Prostituzione ed eros nei manga giapponesi
Nel Giappone del secolo XVII esistevano le Hanamachi (città dei fiori), e gli Yukaku (quartieri del piacere), conosciuti anche come i quartieri dei fiori e dei salici, ed erano luoghi frequentati da persone a dir poco unusuali e bizzarre, o che quantomeno si differenziavano vistosamente dalle altre. C’erano molti buddhisti tra i frequentatori abituali di Hanamachi e Yukaku, e per loro era fondamentale farlo, in quanto solo così riuscivano a ‘liberarsi’ ed a raggiungere uno stato di illuminazione, una condizione fisica e mentale che permetteva loro di dimenticare per un attimo tutto e tutti ed immergersi nel piacere.
Era quello il mondo di Geishe ed Oiran, donne di compagnia i cui profili erano molto simili tra loro, ma che nel contempo si differenziavano per alcune caratteristiche che analizzeremo più avanti. Il loro lavoro era estenuante, e spesso erano costrette a trattenersi con i clienti fino all’alba, sempre ordinate e profumate, dolci e gentili, e vestite di pesanti kimono che farebbero sudare chiunque alla sola vista.